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Doppio Alibi Official Website | ||||||||||||||
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I Doppio Alibi nascono a Trieste
nel Settembre 2001, ma è solo nel 2003 che completano la formazione
con l'arrivo del nuovo bassista Ivan Regolin. I nostri si sono esibiti più
volte esibendo sia un repertorio di pezzi propri che di covers: Rolling
Stones, Bon Jovi, Aerosmith, Guns'n'Roses, Negrita, etc.. Frugando fra i
meandri di internet, poi mi accorgo che questi ragazzi sono in giro addirittura
dall'Estate del 1989 quando Davide ed Andrea gettano le basi per quelli
che saranno prima i BlackHawk, poi i Baby Boom ('91), poi ancora gli Yankee
Rose ('92), passando per i The Bottles ('94), i Joint Stock Company ('94),
i Bad Mother Funkers ('95), per arrivare al 2000 ai Rosa Nera con la svolta
del cantato in italiano, ai successivi sHe DeViL del 2002, fino al monicker
attuale. Il titolo di questo cd sembra rimarcare fortemente come le radici
del sound dei Doppio Alibi siano da ricercarsi oltre oceano, in un viaggio
che va dalle calde connotazioni Southern, al blues del delta del Mississippi,
fino a quella energica e malata carica che fu dello street glam rock della
Los Angeles degli anni '80. Ma in questi 12 brani, tutto questo retaggio
culturale, sembra scorrere troppo sotterraneo, sommerso com'è da
quella vena cantautorale tipicamente italiana, che può spaziare da
un Ligabue, sino ai Negrita, per arrivare ai Litfiba, a Vasco Rossi e a
Ruggeri. Prendete una song come "Ricorda", capace di misturare
l'incredibile romanticismo della voce di Andrea Albanese, come se un Ruggeri
incontrasse Lou Reed, misturato a quel tocco chitarristico paragonabile
ai Lynyrd Skynyrd. Accidenti anche le sfumature blueseggianti di "Ma
Domani" sono tutt'altro che spregevoli e "Shock" colpisce
nel segno degli ultimi Litfiba di Piero Pelù, con tanto di inserti
"alternativi"! "Caldo Funky" e "She Devil"
sono 2 buone scariche di adrenalina, ma l'influenza di gente "strafatta"
come i Motley Crue continua ad essere incanalata verso lidi troppo italiani,
perdendo così quel tiro debordante che l'avrebbe fatta salire nella
hit parade del mio gradimento. Insomma, perchè gente con una gavetta
così lunga ed una tecnica superba decide ad un certo punto della
propria carriera di inserire il cantato in italiano, e declinare il proprio
sound verso ciò che il bacino d'utenza medio italiano ama? Ok, certe
volte i sogni svaniscono e la puzza dei verdoni regna. Ma io continuo a
credere che l'anima americana del rock non possa scendere più di
tanto a patti con quello che la stragrande maggioranza di questa penisola
desidera ascoltare. Doppio Alibi, questo è un mio spassionato consiglio:
riprendete il cantato in inglese, date una rispolverata alle vostre radici,
e ritornate sul sentiero che vi a portato sino a questo punto. Se da una
parte ci sono buone bands italiane come gli Animali Rari, dall'altra non
posso dimenticare il mito dei Vanadium (R.I.P.) ed il tuttora grande Pino
Scotto. Dietro a questo accostamento sta la differenza: ora la scelta è
nelle vostre mani o forse è già stata fatta. Ad ogni modo,
dopo questa del tutto personale visione critica, appendo al chiodo i gli
abiti di fan e torno ad indossare quelli di umile scribacchino. Così,
a voi lettori posso consigliare di buttare l'occhio su questi ragazzi, non
so dove andranno a finire o dove la loro vena artistica li porterà,
ma gente con queste potenzialità non deve e non può rimanere
inosservata! Recensione realizzata da Bruno Rossi |
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